REPUBBLICA DI COREA
Questa mostra fa parte dell’“Anno degli Scambi Culturali Corea–Italia 2024–2025”, istituito per celebrare il 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Corea e l’Italia. In questo contesto, la Repubblica di Corea è stata invitata dal Ministero degli Affari Esteri italiano in qualità di Paese Ospite d’Onore a Roma Arte in Nuvola, la più importante fiera d’arte moderna e contemporanea della capitale.
Dalla sua prima edizione nel 2021, la fiera viene organizzata ogni anno riscuotendo ampi consensi, affermandosi come una piattaforma di riferimento sulla scena artistica internazionale. In questa edizione, la Corea presenterà non solo l’arte contemporanea già ampiamente riconosciuta a livello globale, ma anche le pratiche innovative e il talento emergente di giovani artisti coreani, promuovendo così lo scambio culturale e artistico tra i due Paesi e rafforzando ulteriormente la comprensione e la fiducia reciproche.
Attraverso questa mostra, i molteplici universi creativi e le espressioni artistiche dinamiche dei giovani artisti coreani saranno ampiamente presentati al pubblico internazionale, offrendo loro un’opportunità per far emergere l’originalità e il potenziale sulla scena globale.
Fever State è una mostra che rivela l’intensità, la tensione e l’energia esplosiva dell’arte contemporanea coreana emergente. Presentata dall’Istituto Culturale Coreano in Italia, in collaborazione con la Korean Foundation for International Cultural Exchange (KOFICE), questa esposizione si svolge come Mostra Speciale della Repubblica di Corea, Paese Ospite d’Onore, ad Arte in Nuvola a Roma. Essa dimostra con chiarezza il carattere rappresentativo e l’originalità dell’arte contemporanea coreana sulla scena internazionale.
Qui, la “febbre” non è soltanto una malattia, ma una condizione collettiva — un fenomeno che cattura la sensibilità condivisa di una generazione. Fever State esplora come i giovani artisti coreani intreccino memoria tradizionale e sensibilità culturale con il linguaggio dell’era digitale, generando nuovi paesaggi visivi. Tra le intersezioni di tradizione e modernità, materiale e immateriale, esperienza individuale e aspirazione collettiva, la mostra interroga i modi in cui una generazione espande la propria identità e risuona nel mondo. In questo senso, Fever State non è semplicemente una mostra generazionale, ma una piattaforma che incarna la tensione creativa e la vitalità dinamica della società coreana di oggi.
I sei artisti invitati — Yun Choi, Jongwan Jang, Minhoon Kim, Yuja Kim, Yanghee Lee e Kai Oh — esplorano le intersezioni tra tradizione e contemporaneità, tra materia e digitale, tra memoria personale e immaginario collettivo. Dalle sculture in corda di Minhoon Kim, radicate nel sapere artigianale, alle fotografie di memoria e lutto di Yuja Kim; dai collage stratificati in tessuto di Kai Oh alle sperimentazioni coreografiche in video di Yanghee Lee; dai dipinti surreali su pellame animale di Jongwan Jang alle interpretazioni satiriche della cultura del consumo di Yun Choi, le loro pratiche riflettono il dinamismo e la complessità della giovane generazione coreana.
Pur nella diversità dei linguaggi artistici, i sei autori si muovono collettivamente attraverso tradizione e contemporaneità, materialità e digitalità, narrazione personale ed esperienza condivisa. Le opere dimostrano che l’arte contemporanea coreana non si dissolve nelle tendenze globali, ma rielabora memoria culturale e sensibilità locali in un linguaggio artistico autonomo e avvincente. Fever State presenta la giovane arte coreana come fenomeno a sé stante.
Oggi l’arte coreana si trova in prima linea sulla scena internazionale. Una nuova generazione di artisti attira l’attenzione globale per la capacità di fondere specificità locale e risonanza universale, tradizione e cultura digitale. Con Fever State, i sei artisti portano le loro voci a Roma, tracciando un nuovo strato di coordinate sui piani storici e culturali della città. Questa esposizione diventa così un palcoscenico per condividere con il mondo il fervore collettivo e la forza creativa della Corea.
Chunghyung Lee è un direttore che opera nei campi delle arti visive e della progettazione espositiva. Attualmente è co-direttore di OurLabour e This is not a Church, oltre a essere membro del comitato organizzativo per il Padiglione Nazionale della Storia delle Donne. Negli ultimi anni, Lee ha guidato numerosi progetti che ampliano i confini tra arte contemporanea e pratiche espositive, collaborando con istituzioni e brand come il Leeum Museum of Art, il National Museum of Modern and Contemporary Art (MMCA), Barakat Contemporary e Genesis. Ha ricoperto un ruolo di rilievo in importanti mostre e biennali, sia in Corea che a livello internazionale, con particolare attenzione alla scenografia spaziale e temporale e all’integrazione del racconto all’interno della progettazione espositiva.
Sungah Serena Choo lavora attualmente come curatrice indipendente. In passato è stata curatrice presso il Leeum Museum of Art, assistente curatrice al Asia Culture Center di Gwangju e assistente curatoriale al Seoul Museum of Art. Ha curato mostre, commissionato progetti “site-specific” e fornito consulenza per programmi discorsivi e di ricerca, collaborando con diverse piattaforme istituzionali e indipendenti. Il suo approccio curatoriale si concentra sulle prospettive della materialità e sull’esplorazione delle attitudini scultoree in chiave discorsiva. Attenta ai mutamenti nelle condizioni della produzione artistica, ha collaborato attivamente con artisti, dedicandosi alla scoperta di nuove voci e al sostegno del percorso di artisti a metà carriera. Spesso, il suo lavoro curatoriale si colloca all’intersezione tra sperimentazione artistica e riflessione critica.